Abbiamo letto con sgomento il livore in formato-volantino del Sindacato Dasbi, contro una pacifica verità di fatto che ci eravamo permessi di ricordare. Per brevità: lunedì mattina abbiamo scritto - insieme a molte altre cose - che il Dasbi non può rappresentare i Coadiutori, anche se iscritti (e paganti quote!) a quel sindacato.
Il Dasbi non può rappresentarli perché “rinunciò formalmente” a settembre 2011 a quella e ad altre richieste in sede di “compromesso” con la Banca, dal quale compromesso il Dasbi ottenne ciò che evidentemente gli premeva maggiormente: la rappresentanza di Funzionari e Dirigenti.
A distanza di poche ore, il Sindacato Dasbi ha replicato con affermazioni che meritano una veloce analisi da parte di tutti:
1) Il Dasbi afferma di non rappresentare solo i direttivi, ma tutti gli iscritti, “per quanto riguarda le materie di natura trasversale, dove non esistono distinzioni tra direttivi e operativi”.
Affermazione del tutto avventata. Il Sindacato Dasbi sa bene di non essere MAI convocato dalla Banca sulle materie che riguardano la carriera operativa (Coadiutori inclusi):
Affermazione del tutto avventata. Il Sindacato Dasbi sa bene di non essere MAI convocato dalla Banca sulle materie che riguardano la carriera operativa (Coadiutori inclusi):
- non sulla riforma delle Carriere, per la quale non può quindi negoziare per conto dei Coadiutori;
- non sulla riforma dell’orario di lavoro, per la quale non può quindi negoziare per conto dei Coadiutori.
Nemmeno sulle poche materie trasversali, il Dasbi (al pari del CIDA) è convocato in rappresentanza dei Coadiutori iscritti. E’ convocato perché Funzionari e Dirigenti sono, ovviamente, parte integrante del personale a cui gli accordi trasversali si applicano.
2) Il Sindacato Dasbi afferma che SIBC e FALBI accolsero il loro riconoscimento come “una grave ferita inferta alla democrazia”.
Questa è una pura menzogna.
Ci dispiace che un solo anno di attività sindacale abbia a tal punto fagocitato la voglia di essere “diversi”. Questi sono mezzucci da vetero-sindacalisti.
I fatti parlano chiaro. A fronte del “segreto di Stato” imposto dalla Banca d’Italia in merito agli elementi di fatto e di diritto che determinarono l’improvviso riconoscimento (pur parziale) del Dasbi - rigettato pochi mesi prima in presenza di “altre maggioranze sindacali” - chiedemmo che la Banca rendesse noti “i criteri oggettivi, ammesso che esistano, per il riconoscimento di nuovi Sindacati”, nel pieno rispetto delle “legittime aspettative del Dasbi-Sinfub”.
Un’esigenza di trasparenza che abbiamo condiviso con la FALBI, e che ci stupisce non sia condivisa da tutti. La democrazia non prevede che un “datore di lavoro” possa decidere senza controllo di “riconoscere” i Sindacati “amici” e “non riconoscere” i Sindacati “non graditi”. La mancanza di trasparenza sui criteri, scrivemmo, “sarebbe una grave ferita inferta alla democrazia.”
Basta un minimo sforzo per capire che l’affermazione di ieri del Dasbi rivela una poco innovativa attitudine al totale capovolgimento della verità dei fatti.
3) Il Sindacato Dasbi afferma che “il verbale di conciliazione non è segreto” perché pubblicato “nel mensile edito dalla Sinfub ‘Confronti e Intese’, periodico spedito a tutti gli iscritti alla Sinfub” (aspetta che me lo segno, direbbe qualcuno; per chi non lo sapesse, il Sin.fu.b. è la confederazione esterna a cui appartiene il Dasbi; la sigla sta casualmente per Sindacato Funzionari Bancari).
Ora, con tutto il rispetto per il Sin.fu.b. (il cui consiglio nazionale è integralmente composto da esponenti di banche vigilate dalla Vigilanza della Banca d’Italia, sia detto per chi magari può essere interessato a qualche non trascurabile conflitto di interesse), la sua rivista mensile non rientra fra le nostre letture abituali e - osiamo pensare - nemmeno in quelle della stragrande maggioranza dei colleghi.
Ringraziamo tuttavia i colleghi del Dasbi, dal momento che il verbale del Tribunale, pur assai stringato (per questo vorremmo fosse resa pubblica la documentazione collaterale!), rafforzaquanto scritto nella nota 765057/11 della Banca d’Italia. Viene infatti aggiunto che “la Banca d’Italia riconoscerà al sindacato ricorrente (il Dasbi, ndr)... tutti i diritti sindacali previsti dalla Convenzione (dalla contrattazione ai permessi sindacali, ndr)... SEMPRE CON ESCLUSIVO RIFERIMENTO AL PERSONALE DELLA CARRIERA DIRETTIVA”.
“Sempre con esclusivo riferimento alla carriera direttiva” è lingua italiana, anche di facile comprensione.
Non riteniamo necessario aggiungere altro. Adesso smentiscano il giudice, se ci riescono.
“Sempre con esclusivo riferimento alla carriera direttiva” è lingua italiana, anche di facile comprensione.
Non riteniamo necessario aggiungere altro. Adesso smentiscano il giudice, se ci riescono.