venerdì 20 aprile 2012

Concorsi interni e foglie di fico. Lettera al Direttore Generale

Al Direttore Generale
della Banca d’Italia
dott. Fabrizio Saccomanni

Egregio Direttore Generale,
come noto, il Sindacato Indipendente - non dovendo rispondere a istanze esterne, ma unicamente ai lavoratori del nostro Istituto - ha sempre avuto a cuore la tutela dell'immagine della Banca d’Italia.
La credibilità della Banca è un bene prezioso, e riteniamo sia nostro preciso dovere evidenziare, a tutti i colleghi e al Direttorio, ogni volta che essa venga messa inopinatamente a rischio. Solo in questo modo si difende davvero l’Istituto, e lo si sottrae all’attacco di politici e sindacalisti che sarebbero ben felici di “inglobarci” in qualche area del Pubblico Impiego.

A giudizio del SIBC, le modalità di progressione di carriera all’interno dell’Istituto rappresentano un rischio reputazionale sempre più elevato.

Alla richiesta di chiarimenti, che Le inviammo insieme alla nostra newsletter del 15 febbraio u.s. “Concorsi, Convegni e il Capitano De Falco, la risposta dell’Amministrazione risulta fondata su assunti non veritieri.

Diciamo subito una verità che tutti i colleghi conoscono benissimo, ma che il Vertice della Banca da sempre finge di non vedere. Le prove selettive esistenti - come quella a Condirettore - sono inutili, e si prestano a costituire il paravento per alcune scelte “prese altrove”.

Non è possibile - ad esempio - che la scelta dei futuri dirigenti della Banca si basi, di fatto, su come il candidato si disimpegna in un "confronto" estemporaneo, quando il medesimo soggetto è ben conosciuto e valutato dalla Banca da almeno un decennio!
 
Egregio Direttore, delle due l’una: o l’Amministrazione ammette di essere incapace a valutare le migliori professionalità della Banca (e allora - converrà - si devono rimettere in discussione tante cose) oppure quella giornata a via Otricoli è null’altro che una foglia di fico.

Lo stesso dicasi per l’avanzamento ai gradi di Coadiutore e Funzionario di II.

Sono prove inutili e completamente prive di senso logico, se non quello di impedire che la responsabilità delle scelte compiute siano chiaramente riconducibili a qualcuno. 


Troppo facile dire: “è colpa della prova orale, no, è colpa del potenziale, no, è colpa del bollettino, no è colpa dell’attitudine”. Uno scaricabarile infinito, indegno di un ambiente in cui l’assunzione di responsabilità dovrebbe essere la regola per tutti, non trova?

Questa tipologia di prove, tra l'altro prevalentemente “orali”, è - a nostro avviso - da superare definitivamente.

Per di più, le modalità con le quali si svolgono confermano la loro finalità “deviata”.
Nella cennata newsletter, evidenziammo, ad esempio, la gravità del fatto che diversi candidati a Condirettore si erano appartati - durante la lunghissima pausa pranzo - nella stanza di dirigenti sindacali (sempre dello stesso sindacato, ndr), essendo in possesso della traccia generale (distribuita al mattino) che nel corso del pomeriggio sarebbe stata declinata in domande specifiche (i c.d. “spunti”).

Lei ci fa rispondere che “
l’impiego del tempo a disposizione dei candidati nell’intervallo tra la fine di uno spunto di discussione e l’inizio del successivo non ancora comunicato nonché durante la pausa pranzo è totalmente ininfluente ai fini della prova”. Traducendo: le domande del pomeriggio non erano prevedibili sulla base della traccia distribuita al mattino.

Egregio Direttore, ci permetta di dirlo: l’hanno informata molto male. 

Infatti:
  • se di mattina viene consegnata una traccia generale in cui si mette in risalto l’importanza dell’“efficiente utilizzo delle risorse” e di pomeriggio si chiede, in buona sostanza, “come può essere favorita la cultura dell’efficienza?”;
  • se di mattina viene consegnata una traccia in cui si mette in rilievo il ruolo dei “sistemi informativi e dei meccanismi di coordinamento tra strutture delle banche”, e nel pomeriggio si propone il tema “efficacia dei sistemi informativi e potenziamento del coordinamento: ambiti di intervento, strumenti e vincoli”;
  • se di mattina si scrive nella traccia “è essenziale una diffusa propensione al cambiamento” e di pomeriggio si domanda di fatto “come sviluppare la propensione all’innovazione?”,
è difficile, anzi, impossibile sostenere che la compagnia scelta durante la pausa pranzo, e l’intollerabile “consulenza” di dirigenti sindacali nel corso di una prova concorsuale sia necessariamente “ininfluente”.
Le domande del pomeriggio sono perfettamente conseguenziali rispetto alla traccia consegnata al mattino!

Egregio Direttore, non si fidi troppo di chi la informa male. E non si fidi del silenzio compiacente di sindacati che avranno le loro buone ragioni per tacere.

Questi meccanismi di avanzamento, a tutti i livelli, rappresentano un danno per il “senso di appartenenza” dei colleghi all’Istituzione, un danno per i colleghi di valore che le affrontano senza avvalersi di “provvidenziali aiutini”, un danno reputazionale per la Banca d’Italia.

Egregio Direttore, a Lei non chiediamo di iscriversi al SIBC, ma di iscriversi alla schiera di coloro che vogliono difendere la credibilità della Banca: imponga subito come tema di discussione la riforma degli INQUADRAMENTI e dei meccanismi di AVANZAMENTO e VALUTAZIONE - come si impegnò a fare Lei stesso sin dal giugno 2008! - rinchiuda la Delegazione aziendale e i vari Sindacati in una bella stanza ideale, dia un tempo limite e ragionevole, e impedisca a tutti di uscire fino a che non siano stati conclusi i lavori.

Noi siamo disponibili.

Cordiali saluti,
LA SEGRETERIA NAZIONALE S.I.B.C.

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