Questo volantino non rappresenta una inutile “polemica sindacale”. Vuole semplicemente raccontare una storia realmente accaduta, la cui conoscenza - speriamo - possa essere di ausilio alla comprensione di tanti altri eventi, solo in apparenza distinti e distanti.
Un anno e mezzo fa, l’allora Segretaria nazionale del SIBC Antonella De Sanctis si dimise da questo Sindacato. Nella lettera di dimissioni, che lei si curò di indirizzare a tutti gli iscritti al SIBC per convincerli a seguire le sue orme, accusò gli organi dirigenti del Sindacato Indipendente di “scelte miopi e opportunistiche”, di “divergenze politiche, strategiche e metodologiche... non ricomponibili”.
In realtà, gli Organi dirigenti del Sindacato le avevano contestato un'attività sotterranea, tesa a determinare la sparizione del SIBC attraverso una fusione nella CISL.
Attività da lei sempre smentita con sdegno.
Pochissimi giorni dopo le dimissioni, la suddetta aderì ad altra sigla Sindacale.
La CISL.
Scrivemmo quindi un volantino denunciando “la subitanea iscrizione della stessa Segretaria Nazionale in altra sigla sindacale a poche ore di distanza dalle sue dimissioni” e “l'emergere di suoi comportamenti impropri anche con specifici settori dell'alta dirigenza della Banca d'Italia...”, che costituivano “elementi probanti della slealtà con la quale da tempo si tramava alle spalle del SIBC, in spregio all’ampia fiducia accordata.”
Per queste frasi, la De Sanctis querelò la scrivente Segreteria Nazionale, per una asserita lesione “del decoro, della rispettabilità e della professionaità, nonché della morale”.
Una denuncia accompagnata da un numero incalcolabile di mail e telefonate a nostri iscritti per convincerli di essere vittima dei cattivi del villaggio, atteggiandosi a Sakineh discriminata (ricordate la donna minacciata di morte in Iran?), invitandoli ad abbandonare il SIBC e seguirla nella CISL.
Ogni commedia ha una fine.
Il giudice Luciana Mameli, dopo un’approfondita indagine degli organi investigativi, ha infatti disposto l’archiviazione del procedimento avviato dalla querela - addirittura su richiesta del pubblico ministero, che pure è il rappresentante dell’accusa!! - , con una frase lapidaria:
Un anno e mezzo fa, l’allora Segretaria nazionale del SIBC Antonella De Sanctis si dimise da questo Sindacato. Nella lettera di dimissioni, che lei si curò di indirizzare a tutti gli iscritti al SIBC per convincerli a seguire le sue orme, accusò gli organi dirigenti del Sindacato Indipendente di “scelte miopi e opportunistiche”, di “divergenze politiche, strategiche e metodologiche... non ricomponibili”.
In realtà, gli Organi dirigenti del Sindacato le avevano contestato un'attività sotterranea, tesa a determinare la sparizione del SIBC attraverso una fusione nella CISL.
Attività da lei sempre smentita con sdegno.
Pochissimi giorni dopo le dimissioni, la suddetta aderì ad altra sigla Sindacale.
La CISL.
Scrivemmo quindi un volantino denunciando “la subitanea iscrizione della stessa Segretaria Nazionale in altra sigla sindacale a poche ore di distanza dalle sue dimissioni” e “l'emergere di suoi comportamenti impropri anche con specifici settori dell'alta dirigenza della Banca d'Italia...”, che costituivano “elementi probanti della slealtà con la quale da tempo si tramava alle spalle del SIBC, in spregio all’ampia fiducia accordata.”
Per queste frasi, la De Sanctis querelò la scrivente Segreteria Nazionale, per una asserita lesione “del decoro, della rispettabilità e della professionaità, nonché della morale”.
Una denuncia accompagnata da un numero incalcolabile di mail e telefonate a nostri iscritti per convincerli di essere vittima dei cattivi del villaggio, atteggiandosi a Sakineh discriminata (ricordate la donna minacciata di morte in Iran?), invitandoli ad abbandonare il SIBC e seguirla nella CISL.
Ogni commedia ha una fine.
Il giudice Luciana Mameli, dopo un’approfondita indagine degli organi investigativi, ha infatti disposto l’archiviazione del procedimento avviato dalla querela - addirittura su richiesta del pubblico ministero, che pure è il rappresentante dell’accusa!! - , con una frase lapidaria:
“la notizia di reato è infondata”, in quanto “il fatto non sussiste”, “non ravvisandosi... alcuna diffamazione”.
Traducendo: i cattivi non erano cattivi. Sakineh non era Sakineh.
Fine della commedia. Tardi, ma la verità viene sempre a galla.
La scrivente Segreteria non procederà con una controquerela o un’azione di rivalsa, in quanto una simile sentenza rappresenta la peggiore condanna per chi - in quanto “sindacalista” - dovrebbe vivere esclusivamente della fiducia delle colleghe e dei colleghi.
Invece, per chi ha tentato di recitare la parte della vittima, è arrivata la sonora smentita da parte del giudice che ha dichiarato “non diffamatorie” le nostre circostanziate contestazioni.
Nel frattempo, il SIBC proseguirà serenamente la propria azione quotidiana a tutela di una comunità di donne e uomini che onestamente compiono il proprio lavoro e credono nella nostra intransigente attività sindacale, senza sottomettersi a una Banca sempre più arrogante e vogliosa di “mani libere” nella gestione del personale.
Con queste donne, con questi uomini, vogliamo condividere questo momento di verità.
Ricordiamolo sempre, e ricordiamolo a quanti, alla favola della “Sakineh” emarginata, avevano creduto in buona fede.
La commedia è finita. La favola pure.
E’ ora di tornare alla realtà, perché "la verità vi farà liberi" (Gv 8, 32).
La commedia è finita. La favola pure.
E’ ora di tornare alla realtà, perché "la verità vi farà liberi" (Gv 8, 32).
Roma, 12 giugno 2012
LA SEGRETERIA NAZIONALE