mercoledì 15 febbraio 2012

Concorsi, Convegni & il Capitano De Falco


Prendiamo il caso di una giovane laureata, intelligente, brillante e volitiva. Esce il concorso per Vice Assistente in Banca d'Italia e ci prova, anche se - dopo tanti studi - potrebbe aspirare anche ad altra qualifica e altre mansioni. Si cimenta nel concorso, nella trascurabile compagnia di 14.000 candidati, arriva fra i primi 120 assunti (ossia ne sbaraglia 13.880!) e si sottopone alla “spada di Damocle” della “residenza di prima destinazione”.
Chiede Roma? La Banca dal volto gentile risponde Foggia. Chiede Napoli? La Banca affranta le offre Potenza, “più vicino proprio non si può, che ci vuol fare signora mia?
Fatto è che, pochissimi mesi dopo che la giovane brillante ha preso servizio a Foggia o a Potenza, pena la decadenza dall'assunzione, la Banca ha assunto altre persone che - per aver toppato due o tre risposte all'esame - si erano classificate in posizione di molto successiva. A loro viene offerto di lavorare esattamente a Roma, o a Napoli.

Come mai? Escludendo dimissioni di massa fra i Vice Assistenti, escludendo l’esigenza di favorire qualcuno a danno di altri, la Banca ha evidentemente sballato la programmazione dei flussi di personale. Errare è umano, ma agli errori occorre porre riparo in fretta, pena il naufragio. Eliminare vincoli di residenza che agiscono in modo anti-meritocratico, è una strada obbligata.
L’alternativa è affrontare qualche sacrosanto ricorso al TAR da parte di colleghi che vedono lesi i propri diritti, e che il SIBC è pronto a patrocinare.

***
Altro giro, altra "trovata". Quella meravigliosa idea del “convegno a Condirettore” raggiunge ogni anno impensabili vette di credibilità. Se i nostri figli vanno a fare gli esami di scuola media o di maturità, sappiamo bene che non possono allontanarsi dall'aula, che non possono comunicare con l'esterno, che vengono ispezionati per evitare l’uso del telefonino, ed è giusto così. Al contrario, gli aspiranti dirigenti della Banca Centrale, che aspirano a qualcosina di più di “un pezzo di carta”, sembrano sottoposti a controlli pressoché nulli, durante una prova che si svolge casualmente a via Otricoli, noto "tempio della trasparenza" nonché sede del Pine, del PGR e della Revisione Interna.

Giungono segnalazioni su alcune “singolarità”, successive alla consegna mattutina della traccia da sviluppare oralmente nel corso della giornata, compresa quindi la traccia che andrà discussa nel pomeriggio. Indovinate un po’ che succede a pranzo? Mezz'oretta per uno spuntino? Scordatevelo, sono quasi dirigenti. Due ore di pausa abbondanti, tanto che, oltre al pranzo, c’era pure l’esigenza di ammazzare il tempo. E così, ciondolando per i corridoi, a diversi candidati sarebbe capitato di arrivare venti metri più là e di chiudersi - pensa la coincidenza! - nella stanza di qualche dirigente di un sindacato comprensibilmente interessato al risultato del convegno dei propri iscritti. Per carità, siamo certi che - nonostante la traccia in tasca - si sia parlato del tempo, o del campionato di calcio, o del naufragio di Schettino, ma chi può dirsi sicuro che non siano arrivate le “dritte” necessarie per una buona figura pomeridiana (che poi, altra coincidenza, è quasi sempre arrivata)?
Per non saper né leggere e né scrivere, a noi sarebbe piaciuto molto che qualcuno fosse andato a recuperare i candidati girandoloni e prendendoli per le orecchie gli avesse intimato “Torna in aula, c...zo!
Ma non è un successo. E ci dispiace per i validi convegnisti che per merito proprio hanno riportato valutazioni lusinghiere, e che ora se la dovranno vedere nelle graduatorie con i colleghi girandoloni. Comprendiamo più che bene anche il “disappunto” di chi ha dovuto lasciare il passo agli eventuali “diversamente meritevoli”.
La prossima volta, è meglio che il convegno si tenga in campo neutro, o in mare aperto. Magari, un Capitano De Falco che intervenga, laggiù lo troviamo.

Post Scriptum. Fuor di satira, la questione è assai seria, in quanto investe la stessa regolarità delle prove concorsuali.
Per questo, con lettera al Direttore Generale della Banca d’Italia il SIBC ha chiesto ufficialmente di conoscere:
- quali siano i presidi che l’Amministrazione pone in essere al fine di assicurare la necessaria imparzialità dei membri delle Commissioni e delle Giunte di Scrutinio rispetto alle appartenenze sindacali dei candidati;
- se sia confermato o smentito che i candidati dispongano, sin dal mattino, della traccia generale che andrà poi dettagliata e approfondita durante il pomeriggio;
- se sia confermato o smentito che i candidati godono di totale libertà di movimento nel corso della giornata e - in particolare - se siano in condizione di interagire liberamente con altri colleghi non sottoposti alla prova nel corso della giornata;
- se modalità tanto discutibili di svolgimento della prova giovino alla credibilità dell'Istituto e dei suoi dirigenti.
In mancanza di una seria soluzione ai problemi da noi posti, chiediamo se sia davvero utile mantenere in vita una prova che serve, in troppi casi, come “foglia di fico” per decisioni assunte altrove, e “a prescindere”.

SIBC - PIU' TRASPARENZA NEI CONCORSI E NELLA GESTIONE DEL PERSONALE
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