Proviamo a fare qualche considerazione “spassionata” sui comportamenti tenuti davanti agli eventi atmosferici e alle decisioni di sindaci e prefetti.
In molte città, non solo a Roma, raggiungere il posto di lavoro è in questi giorni particolarmente disagevole. In alcune, è oggettivamente pericoloso per il collega che “intraprende il viaggio”. In altre, è (o è stato) tecnicamente impossibile, per il combinato disposto del blocco della circolazione per veicoli privati non muniti di catene (a Roma, per dire, le catene sono un optional simile a un frigorifero per un eschimese) e del “diradamento” dei mezzi di trasporto pubblico.
Bene ha fatto l’Amministrazione a dichiarare, con riferimento alle decisioni del Prefetto di Roma di chiudere gli uffici pubblici di Roma, che “le assenze del personale della Banca nella giornata odierna saranno coperte da permessi a carico dell'Amministrazione” (si attende ancora risposta alla nota relativa al nubifragio del 20 ottobre u.s., per il quale venne dichiarato lo stato di calamità, ndr).
Peccato che l’Amministrazione avesse rifiutato - a dispetto del più basilare buon senso - di assumere le medesime decisioni almeno 24 ore prima (che sarebbe stato comunque 24 ore dopo l’ordinanza prefettizia!). In quel caso, avrebbe dato alle colleghe e ai colleghi un segnale di attenzione e rispetto per il loro lavoro e il loro impegno. Dichiarare solo nella tarda mattinata di lunedì che gli assenti del giorno sono “a carico della Banca” assume un carattere irridente per il personale, evidentemente sospettato di “furbizie” e “piccoli calcoli”.
Incommentabile.
A proposito di “furbizie”, il classico modo dell’Amministrazione per coprire i (pochi) veri furbi è quello di non premiare mai i (tanti) veri onesti. E’ evidente che chi - a Roma e ovunque si siano verificate situazioni analoghe di chiusura uffici pubblici e/o impedimenti della circolazione dai luoghi di residenza - è comunque riuscito a recarsi a lavoro, ha diritto a vedersi corrisposto il compenso per prestazione straordinaria per la durata effettiva della prestazione lavorativa di lunedì 6 febbraio, naturalmente senza che sia loro richiesto di “recuperare” ammanchi orari di qualsiasi natura.
Ci vuole tanto a fare un gesto che riconosce il senso del dovere?
Silenzio assoluto e vergognoso sulle Filiali (sintomatico dell'attenzione del Vertice verso strutture fondamentali per la Banca). Molti colleghi ci hanno segnalato situazioni di estrema difficoltà e pericolo in numerose province italiane. In molti centri, chi non vive a stretto contatto con la Banca ma nei paesi limitrofi si è trovato spesso sprovvisto di strade percorribili verso la città. Non vigendo alcun obbligo di residenza entro un chilometro dal palazzo della Filiale, è evidente che queste situazioni vanno trattate in modo conseguente.
In particolare, ma non solo, vanno considerate le situazioni dei molti colleghi che hanno optato per il pendolarismo a seguito della chiusura della Filiale di appartenenza. Per molti di loro, il viaggio è stato un’epopea, in alcuni casi è stato semplicemente impossibile.
La Banca deve farsi carico in pieno delle lavoratrici e dei lavoratori delle Filiali TANTO QUANTO dei colleghi dell’Area Romana.
In molte città, non solo a Roma, raggiungere il posto di lavoro è in questi giorni particolarmente disagevole. In alcune, è oggettivamente pericoloso per il collega che “intraprende il viaggio”. In altre, è (o è stato) tecnicamente impossibile, per il combinato disposto del blocco della circolazione per veicoli privati non muniti di catene (a Roma, per dire, le catene sono un optional simile a un frigorifero per un eschimese) e del “diradamento” dei mezzi di trasporto pubblico.
Bene ha fatto l’Amministrazione a dichiarare, con riferimento alle decisioni del Prefetto di Roma di chiudere gli uffici pubblici di Roma, che “le assenze del personale della Banca nella giornata odierna saranno coperte da permessi a carico dell'Amministrazione” (si attende ancora risposta alla nota relativa al nubifragio del 20 ottobre u.s., per il quale venne dichiarato lo stato di calamità, ndr).
Peccato che l’Amministrazione avesse rifiutato - a dispetto del più basilare buon senso - di assumere le medesime decisioni almeno 24 ore prima (che sarebbe stato comunque 24 ore dopo l’ordinanza prefettizia!). In quel caso, avrebbe dato alle colleghe e ai colleghi un segnale di attenzione e rispetto per il loro lavoro e il loro impegno. Dichiarare solo nella tarda mattinata di lunedì che gli assenti del giorno sono “a carico della Banca” assume un carattere irridente per il personale, evidentemente sospettato di “furbizie” e “piccoli calcoli”.
Incommentabile.
A proposito di “furbizie”, il classico modo dell’Amministrazione per coprire i (pochi) veri furbi è quello di non premiare mai i (tanti) veri onesti. E’ evidente che chi - a Roma e ovunque si siano verificate situazioni analoghe di chiusura uffici pubblici e/o impedimenti della circolazione dai luoghi di residenza - è comunque riuscito a recarsi a lavoro, ha diritto a vedersi corrisposto il compenso per prestazione straordinaria per la durata effettiva della prestazione lavorativa di lunedì 6 febbraio, naturalmente senza che sia loro richiesto di “recuperare” ammanchi orari di qualsiasi natura.
Ci vuole tanto a fare un gesto che riconosce il senso del dovere?
Silenzio assoluto e vergognoso sulle Filiali (sintomatico dell'attenzione del Vertice verso strutture fondamentali per la Banca). Molti colleghi ci hanno segnalato situazioni di estrema difficoltà e pericolo in numerose province italiane. In molti centri, chi non vive a stretto contatto con la Banca ma nei paesi limitrofi si è trovato spesso sprovvisto di strade percorribili verso la città. Non vigendo alcun obbligo di residenza entro un chilometro dal palazzo della Filiale, è evidente che queste situazioni vanno trattate in modo conseguente.
In particolare, ma non solo, vanno considerate le situazioni dei molti colleghi che hanno optato per il pendolarismo a seguito della chiusura della Filiale di appartenenza. Per molti di loro, il viaggio è stato un’epopea, in alcuni casi è stato semplicemente impossibile.
La Banca deve farsi carico in pieno delle lavoratrici e dei lavoratori delle Filiali TANTO QUANTO dei colleghi dell’Area Romana.
Da ultimo, una breve considerazione sul sistema di comunicazione della Banca - su cui ci ripromettiamo di tornare presto. Nell’epoca delle mail, di Facebook, dei Twitter e - al tempo stesso - della riservatezza e della tutela dai rischi reputazionali, è emerso con assoluta chiarezza che la Banca non ha ancora studiato una modalità normale di comunicare con i propri lavoratori.
Non avendo avuto la lungimiranza di creare un’area del sito internet www.bancaditalia.it riservata al personale, a cui accedere tramite codici personali, oggi la trovata è stata quella di inserire l’avviso di “copertura dei permessi” sulla home page del sito medesimo. Così, chiunque dall’orbe terracqueo si fosse affacciato al sito web della Banca, cercando di approfondire le erudite riflessioni sulle “tensioni sul debito sovrano nell'area dell'euro”, sui “bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2010”, sulla “prescrizione dei biglietti e delle monete in lire”, veniva immancabilmente distratto dall’avviso in bella evidenza sulle “assenze” e “permessi” del personale.
A fianco dell’annuncio, campeggiava una bella foto primaverile di Palazzo Koch, in posa d’ordinanza e sempre uguale a se stesso. Più realistico sarebbe stato proporre l’altra istantanea, quella da noi inserita in testa alla newsletter e relativa al ridente ingresso del Centro Donato Menichella, lunedì 6 febbraio (dove non si vede neve, è ghiaccio, ndr).
Almeno, qualcuno la smetterebbe di pensare che siamo “i soliti privilegiati”.
Non avendo avuto la lungimiranza di creare un’area del sito internet www.bancaditalia.it riservata al personale, a cui accedere tramite codici personali, oggi la trovata è stata quella di inserire l’avviso di “copertura dei permessi” sulla home page del sito medesimo. Così, chiunque dall’orbe terracqueo si fosse affacciato al sito web della Banca, cercando di approfondire le erudite riflessioni sulle “tensioni sul debito sovrano nell'area dell'euro”, sui “bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2010”, sulla “prescrizione dei biglietti e delle monete in lire”, veniva immancabilmente distratto dall’avviso in bella evidenza sulle “assenze” e “permessi” del personale.
A fianco dell’annuncio, campeggiava una bella foto primaverile di Palazzo Koch, in posa d’ordinanza e sempre uguale a se stesso. Più realistico sarebbe stato proporre l’altra istantanea, quella da noi inserita in testa alla newsletter e relativa al ridente ingresso del Centro Donato Menichella, lunedì 6 febbraio (dove non si vede neve, è ghiaccio, ndr).
Almeno, qualcuno la smetterebbe di pensare che siamo “i soliti privilegiati”.
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