Per effetto del deprezzamento dei titoli di Stato, e della conseguente crescita esponenziale dei rendimenti, i tassi di interesse praticati dalla Banca sull’anticipo sull’I.F.R. subiranno un aumento decisamente rilevante. Questi tassi, infatti, erano stati ancorati al “rendimento medio di mercato dei titoli di Stato e obbligazionari pubblici”, con una decurtazione del 4,5% per anticipi a fronte di spese sanitarie e del 2,5% per le altre causali.
Ora, la Banca ha annunciato per il primo semestre 2012 un deciso rialzo per i tassi di interesse a carico dei colleghi: quelli per spese sanitarie dallo 0,25% all’1%, quelli per le altre causali dall’1,25% al 3%.
Riteniamo che la situazione meriti una riflessione immediata: la fissazione, quale parametro di riferimento, del tasso dei titoli di stato rispondeva a una logica di ancoraggio a un indicatore di tasso“risk free”. La valutazione, da parte dei mercati, dei titoli del debito sovrano europeo è da allora mutata drasticamente, e questo sovverte il significato che nel corso del 2010 le diverse OO.SS. avevano dato al parametro prescelto.
Per questo motivo, accogliendo un normale principio di prevalenza della sostanza sulla forma, siamo certi che la Banca vorrà immediatamente riconsiderare l’argomento della “disponibilità anticipata” da parte del personale di una parte delle somme accantonate a fini pensionistici.
Peraltro, il tema della “disponibilità anticipata” di una parte delle somme accantonate a fini pensionistici non riguarda affatto il solo personale “pre 93” o quello “post 93” che ha scelto di mantenere l'I.F.R.
Il tema riguarda tutti, ANCHE GLI ADERENTI AL FONDO COMPLEMENTARE!
Per questo, quando leggiamo perorazioni - sacrosante - relativa agli anticipi IFR , ci aspetteremmo di leggere analoga determinazione nel chiedere che (finalmente!!) la CSR introduca prestiti per i colleghi aderenti al Fondo Pensione Complementare garantiti dalla posizione individuale nel Fondo medesimo. Se ci pensate, per il collega che si trova in una condizione di necessità, si tratterebbe della medesima facilitazione. Una forma semplice di equità di trattamento fra generazioni.
Al contrario, una proposta del genere viene osteggiata in modo incomprensibile, proprio dagli stessi che si mostrano interessati a ridurre i tassi di interesse sull'I.F.R.: "Nessuno osi replicare per i colleghi più giovani gli effetti pratici dell'anticipo sull'I.F.R.!"
Ciò conferma che l’“equità fra generazioni” ha avversari molto determinati, pronti a dire NO ad anticipazioni garantite dal Fondo complementare per i più giovani di Banca, allo stesso modo in cui dicono NO al mutuo all’1% per chi deve comprare la prima casa di proprietà.
Trattandosi - a spanne - di una tipologia di colleghi perfettamente sovrapponibili, si può desumere che la discriminazione contro i più giovani di Banca cessa di essere una coincidenza.
Davanti a chi "diabolicamente persevera", invitiamo tutte le colleghe e i colleghi aderenti al Fondo Pensione Complementare a guardarsi intorno, e a rivolgersi senza indugi a chi si batte per cambiare lo stato delle cose.
Una sola parola: vergognoso! Vergognoso il modo in cui continuano imperterriti a fare i loro interessi ed a negarli alle generazioni più giovani...
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