Al Capo del Servizio P.I.N.E.
Con nota n. 448313 del 23 maggio u.s., codesta Amministrazione ci informa dello scambio epistolare intrattenuto con la Caspie a seguito delle circostanziate denunce del SIBC, da ultimo con nota del 3 maggio u.s..
Da tale scambio epistolare, emerge quanto segue:
1. la Caspie sostiene di aver recuperato “i noti standard di servizio”, al punto che “non si rilevano ritardi nella liquidazione delle richieste di rimborso” (sic!!);
2. la Caspie attesta di aver “restituito gli originali delle ricevute di spesa relative a tutte le pratiche già rimborsate afferenti il 2011”. (attenzione: non dice però che numerose pratiche di rimborso 2011 non sono state ancora rimborsate, e di queste naturalmente non sono stati restituiti gli originali dei documenti di spesa);
3. la Caspie segnala che - registrandosi sul sito www.caspieonline.it - è a disposizione degli assicurati “un prospetto riepilogativo che permette di estrapolare, in autonomia, le informazioni necessarie per le prossime scadenze fiscali” (ma anche questa informazione sembrerebbe riguardare, purtroppo, le sole pratiche “concluse”, e non quelle ancora in via di valutazione).
Tali informazioni inducono alcune riflessioni.
1. la Banca si lava le mani dei problemi di chi ha ancora deve ricevere rimborsi dell’anno 2011, oltre che i conseguenti disagi nella compilazione delle dichiarazioni fiscali;
2. la Banca agisce come se il contraente della polizza non fosse lei stessa, ma qualcuno che passava per strada. E’ l’Amministrazione che ha la responsabilità di verificare la regolare conduzione dell’appalto, il rispetto dei tempi e di tutte le condizioni sottoscritte;
3. al contrario, l’Amministrazione della Banca d’Italia ha completamente abdicato al ruolo di controllo dei servizi assegnati in appalto, compreso quello relativo alla copertura sanitaria, limitandosi al ruolo di portalettere neutrale e sostanzialmente indifferente fra le parti.
Resta solo da chiedersi a cosa serva avere dirigenti strapagati se la loro funzione, a fronte di appalti del valore di alcune decine di milioni di euro, è quella di fare da “passacarte” fra le lettere di legittima protesta e le relative risposte, senza nemmeno prendersi la briga di verificare la fondatezza e veridicità delle une e delle altre.
Inoltre, resta davvero un mistero il motivo per cui la Banca si arroghi il diritto di diffondere a terzi le comunicazioni a essa indirizzate. La violazione dei criteri minimi di riservatezza - che già in altri campi l'Amministrazione non aveva saputo garantire, ma almeno aveva verbalmente stigmatizzato - ha da oggi addirittura l’imprimatur ufficiale del Capo del Servizio PINE.
Un fatto grave sul quale - così come sul comportamento contrattuale della Banca, lesivo dei diritti degli assicurati - ci riserviamo ogni iniziativa nelle sedi opportune.
Da tale scambio epistolare, emerge quanto segue:
1. la Caspie sostiene di aver recuperato “i noti standard di servizio”, al punto che “non si rilevano ritardi nella liquidazione delle richieste di rimborso” (sic!!);
2. la Caspie attesta di aver “restituito gli originali delle ricevute di spesa relative a tutte le pratiche già rimborsate afferenti il 2011”. (attenzione: non dice però che numerose pratiche di rimborso 2011 non sono state ancora rimborsate, e di queste naturalmente non sono stati restituiti gli originali dei documenti di spesa);
3. la Caspie segnala che - registrandosi sul sito www.caspieonline.it - è a disposizione degli assicurati “un prospetto riepilogativo che permette di estrapolare, in autonomia, le informazioni necessarie per le prossime scadenze fiscali” (ma anche questa informazione sembrerebbe riguardare, purtroppo, le sole pratiche “concluse”, e non quelle ancora in via di valutazione).
Tali informazioni inducono alcune riflessioni.
1. la Banca si lava le mani dei problemi di chi ha ancora deve ricevere rimborsi dell’anno 2011, oltre che i conseguenti disagi nella compilazione delle dichiarazioni fiscali;
2. la Banca agisce come se il contraente della polizza non fosse lei stessa, ma qualcuno che passava per strada. E’ l’Amministrazione che ha la responsabilità di verificare la regolare conduzione dell’appalto, il rispetto dei tempi e di tutte le condizioni sottoscritte;
3. al contrario, l’Amministrazione della Banca d’Italia ha completamente abdicato al ruolo di controllo dei servizi assegnati in appalto, compreso quello relativo alla copertura sanitaria, limitandosi al ruolo di portalettere neutrale e sostanzialmente indifferente fra le parti.
Resta solo da chiedersi a cosa serva avere dirigenti strapagati se la loro funzione, a fronte di appalti del valore di alcune decine di milioni di euro, è quella di fare da “passacarte” fra le lettere di legittima protesta e le relative risposte, senza nemmeno prendersi la briga di verificare la fondatezza e veridicità delle une e delle altre.
Inoltre, resta davvero un mistero il motivo per cui la Banca si arroghi il diritto di diffondere a terzi le comunicazioni a essa indirizzate. La violazione dei criteri minimi di riservatezza - che già in altri campi l'Amministrazione non aveva saputo garantire, ma almeno aveva verbalmente stigmatizzato - ha da oggi addirittura l’imprimatur ufficiale del Capo del Servizio PINE.
Un fatto grave sul quale - così come sul comportamento contrattuale della Banca, lesivo dei diritti degli assicurati - ci riserviamo ogni iniziativa nelle sedi opportune.
Roma, 28 maggio 2012 LA SEGRETERIA NAZIONALE
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