Egregio Governatore,
tra gli aspetti più importanti sui quali il SIBC è impegnato, e proprio per questo intende richiamare la Sua attenzione, figura certamente la gestione della formazione del personale della Banca d’Italia.
Molte segnalazioni ci sono pervenute negli ultimi mesi, per riferire situazioni di clamorosa, ingiustificata difformità nell’offerta formativa ai colleghi.
E’ appena il caso di sottolineare che tali iniquità comportano inaccettabili discriminazioni del personale sotto un duplice punto di vista:
· prospettico, in quanto viene pregiudicata la parità fra colleghi in termini di opportunità di accrescimento professionale e - di conseguenza - adeguatezza a più elevati incarichi lavorativi;
· attuale, in quanto la formazione ha spesso una valenza retributiva indiretta, con la conseguente alterazione - in alcuni casi in misura assai rilevante - dell’equilibrio stipendiale fra colleghi aventi pari grado, anzianità, ecc..
Inspiegabilmente, la formazione risulta in molti casi addirittura assente, specie fra colleghi non più giovanissimi ma che ancora molti anni di lavoro devono dedicare alla Banca d’Italia. Si tratta spesso, è bene precisarlo, anche di colleghi coinvolti in importanti riorganizzazioni, non soltanto di tipo “territoriale” ma anche di tipo “funzionale”. Ciò comporta danni sia ai colleghi, sia alla Banca che disperde importanti professionalità in nome di riorganizzazioni di non certa utilità.
Fra i più giovani, al contrario, l’offerta formativa è più diffusa, ma si riscontrano allo stesso modo disomogeneità che - essendo prive di qualsivoglia motivazione - si traducono in gravi e perduranti iniquità fra colleghi aventi uguali diritti.
Esistono in proposito innumerevoli esempi, sia fra dipendenti di diverso grado, sia fra colleghi pari grado, tali da coinvolgere ogni livello della scala gerarchica.
Basti pensare agli Assistenti e ai Vice Assistenti, “scientificamente” assunti con elevatissima qualificazione professionale e titoli di studio superiori rispetto ai requisiti di assunzione per i singoli gradi, abbandonati nel giro di pochi anni al loro destino di “paria”, nelle Filiali più sperdute come nei palazzi nobili dell’Amministrazione Centrale. A loro, la Banca in moltissimi casi non riserva corsi, non riserva progetti formativi, ovvero elemosina piccoli momenti formativi per lo più “online”, basati su materie che riproducono e perpetuano un crescente, ingiustificabile depauperamento professionale ai loro danni.
Ma grave appare il disequilibrio formativo anche nell’ambito dei Coadiutori e dei Funzionari.
Troppo grande la differenza fra la formazione riservata ai Coadiutori borsisti e i c.d. “Coadiutori interni”.
Troppo grande la differenza fra la formazione riservata ai borsisti “Stringher”, “Mortara” e “Menichella” rispetto ai comuni mortali, compresi i Coadiutori esterni.
Troppo grande – e inaccettabile – la differenza fra Coadiutori borsisti, a parità di anno e concorso di assunzione, a seconda del Servizio o della Filiale a cui vengono assegnati.
Differenze, ribadiamo, che risultano particolarmente gravi perché rappresentano il presupposto di una spiccata menomazione dell’equità nelle opportunità dei percorsi di carriera.
Con quale coerenza la Banca si arroga il diritto di decidere chi merita di “passare di grado”, se negli anni precedenti ha consentito all’uno di approfondire, studiare e partecipare a numerose iniziative ed esperienze “professionalizzanti”, mentre l’altro - a parità di grado, anzianità, preparazione professionale di partenza, qualità del lavoro: a parità di tutto – è stato costretto a lavori dequalificanti e spesso di scarsa rilevanza?
Il sistema dei concorsi interni, che il SIBC ha più volte criticato perché inadatto a far emergere le altissime e assai diffuse professionalità presenti in Banca, trova nella iniquità del trattamento formativo un condizionamento non eliminabile e suscettibile di provocare gravi danni motivazionali interni e reputazionali esterni.
Non Le sfuggirà, inoltre, che un sistema privo di equilibrio e rigidamente privo di trasparenza si presta a essere oggetto di forme di comune malcostume, da parte di dirigenti e responsabili locali della formazione che facilmente potrebbero utilizzare tale potere in maniera spregiudicata, quando non spregevole, promettendo formazione e/o incarichi a colleghi più vicini, anche in cambio - absit iniuria verbis! - di adesioni sindacali.
Grave sarebbe il danno per la reputazione dell’Istituto.
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Al fine di scongiurare simili ipotesi, il SIBC considera obiettivo prioritario garantire parità di trattamento a tutti i colleghi. A tal fine, rivestono carattere di necessità e urgenza seri e concreti interventi correttivi nell’attuale iniquo sistema formativo.
A tal fine, andranno previsti percorsi con un più elevato grado di standardizzazione che tenga conto:
- delle mansioni concretamente svolte (ad es. per i coadiutori borsisti analisti di vigilanza),
- del backgroundindividuale (es.: laurea economica/giuridica/altro),
- dell’opportunità di garantire a tutti ulteriori sbocchi professionali, rendendo più efficaci gli investimenti in formazione e i percorsi formativi istituzionalizzati.
La presenza di percorsi strutturati e definiti su aspetti fondamentali dal “centro” contribuirebbe a rendere omogenee caratteristiche essenziali (quali numero delle ore e delle iniziative formative, tipologia /interna/esterna, in Italia/all’estero), evitando il rischio che la struttura di assegnazione del lavoratore, che ha interesse (miope) a trattenere presso di sé ogni valida risorsa, ponga ostacoli alla partecipazione dei colleghi alle diverse iniziative formative.
Un rischio, ci consenta di sottolinearlo, particolarmente concreto in una struttura anacronisticamente gerarchica, quale quella della Banca d’Italia.
L’incarico di responsabile della formazione deve essere reputato - dalla Banca stessa - incarico di alto livello. Al tempo stesso, l’efficienza e l’efficacia del suo svolgimento va sottoposto alla valutazione delle colleghe e dei colleghi interessati.
Ciò al fine di stabilire un principio ineludibile: il raggiungimento di obiettivi formativi uniformi per il personale, a prescindere dalla collocazione lavorativa, è un elemento prioritario nella gestione del personalee di fondamentale importanza per il futuro della Banca. Come in ogni caso, l’assolvimento di alte responsabilità deve essere associato a valutazione e conseguenze.
Il SIBC ritiene inammissibile, e fondamentalmente oltraggiosa, l’assimilazione - che molte Direzioni propongono, anche in sede di incontri semestrali con i rappresentanti sindacali – fra la formazione esterna, spesso addirittura all’estero e in primari organismi internazionali, e le ore dedicate alla formazione online sulla propria postazione lavorativa o con le riunioni addestrative della formazione di base.
E’ necessario che il c.d. budget, in termini di ore e in termini di “spesa” pro capite, sia il più possibile equo e equilibrato, al fine di non disperdere e svilire il vero patrimonio della Banca d’Italia.
Il vero patrimonio della Bancaè infatti il suo personale, assunto al termine di concorsi molto selettivi, dotato di elevatissimi livelli di preparazione a tutti i livelli operativi, spesso sotto-utilizzato nelle concrete mansioni che è chiamato a svolgere.
Sarebbe irresponsabile che gli strumenti a disposizione della Banca per una costante crescita professionale delle colleghe e i colleghi fossero limitati nel tempo (solo i primi anni di lavoro) e nella platea interessata (solo alcuni gradi, di alcuni Servizi e di alcune Filiali).
Certi che Ella non vorrà sostenere che la formazione all’interno della compagine del personale risponde già oggi a criteri di equità, trasparenza e funzionalità (nel qual caso, siamo pronti a dimostrarLe l’esatto contrario), il Sindacato Indipendente chiede di conoscere quali interventi intenda disporre per raggiungere obiettivi fondamentali per il futuro del personale, per il bene della nostra Istituzione, per il rispetto della nostra storia.
Cogliamo l’occasione per inviarLe distinti saluti.
Roma, 31 ottobre 2012
p. LA SEGRETERIA NAZIONALE
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