Al Capo del Servizio P.I.N.E.
Di seguito alla nostra nota del 10 ottobre u.s., sempre più numerose e circostanziate denunce pervengono alla scrivente Segreteria da colleghi che lamentano l’applicazione di una doppia franchigia per “ciclo di cura” da parte della Previgen, laddove il ciclo di cura coinvolga sia la parte “base” dell’assistenza sanitaria (accertamenti di c.d. alta diagnostica), sia la parte “plus” (es: visite specialistiche). Non sfuggirà ad alcuno che si tratta della più diffusa casistica di “ciclo di cura”, e che una simile interpretazione vanificherebbe in molti casi l’adesione alla “plus”.
Come ben noto a codesta Amministrazione, l’accordo raggiunto con i Sindacati firmatari nel luglio 2011 - da cui scaturì la gara d’appalto europea conclusasi dopo ben 12 mesi, con l’avvio della nuova copertura sanitaria Previgen - prevedeva che l’assicurato fosse tenuto a pagare una sola franchigia per ciclo di cura, ossia per prestazioni collegate e connesse alla stessa patologia.
A fronte della condotta della società vincitrice dell’appalto, il SIBC ritiene indispensabile che l’Amministrazione della Banca d’Italia, contraente per conto e nell’interesse del personale, faccia chiarezzasula questione. In particolare:
- se codesta Amministrazione ritiene che la Previgen stia violando il contratto, chiediamo quali iniziative urgenti abbia assunto finora per evitare danni economici diffusi fra il personale in servizio e in quiescenza della Banca d’Italia;
- se viceversa l’Amministrazione, in sede di successiva stesura degli accordi con Previgen-Generali, ha modificato “unilateralmente” l’accordo con i Sindacati, il SIBC ritiene che tale gravissima violazione degli accordi da parte della Banca vada sanata con una immediata variazione integrativa del contratto, ovvero con l’immediato e integrale “accollo” del costo della “opzione plus”, che molti colleghi hanno sottoscritto nella convinzione di coprire eventuali “cicli di cura”, esattamente negli stessi termini in cui ciò avveniva quando il “ciclo di cura” era coperto dalla polizza Caspie (fino al 2009).
Come scrivemmo un mese fa, “tutti i colleghi hanno diritto a un celere e definitivo riscontro”. Purtroppo, la celerità non appare connotare codesta Amministrazione, nemmeno quando si tratta di tematiche socialmente delicate, legate alla salute delle persone.
Ci affidiamo quindi alla più materiale sensibilità della Bancain relazione alla propria precisa “responsabilità contrattuale”, e la diffidiamo dal ritardare ancora la necessaria chiarezza sulla vicenda.
Distinti saluti.
Roma 6 novembre 2013
LA SEGRETERIA NAZIONALE
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