giovedì 13 dicembre 2012

FILIALE DE L'AQUILA - Incontro del 12 dicembre

Si è svolto ieri il confronto per il rinnovo degli interventi in favore del personale addetto alla Filiale de L’Aquila, che ancora oggi vive situazioni di grave disagio, in una città così dal terremoto del 6 aprile 2009.

Come tutti sanno, ivi compresa l’Amministrazione, il recente avvio dell’opera di demolizione di immobili siti nelle zone limitrofe la Sede della Banca d’Italia sta provocando una concentrazione di “polveri sottili” potenzialmente tossiche nella zona. Il rischio - fra l’altro - è che esse vengano aspirate dagli impianti di areazione presenti nello stabile della Banca.

Per questo motivo, oltre che per ottenere una valenza pluriennale dell’accordo e per il riconoscimento dello “stato di disagio” delle colleghe e dei colleghi impegnati nella Sede, il SIBC, insieme agli alleati di Falbi e Uil, ha proposto una serie di integrazioni al testo dell’accordo, in modo da tenere conto della complessiva situazione.

Sconcerta, e addolora, che anche su un tema del genere l’Amministrazione si sia mostrata indisponibile a inserire una semplice “dichiarazione a verbale” nella quale assumesse un duplice, basilare impegno che riteniamo null’altro che doveroso:
1 - prevedere controlli sugli ambienti della Filiale oltre quelli minimali, obbligatori per legge, in modo da tenere conto della straordinarietà della situazione;
2 - assicurare ai colleghi de L’Aquila la possibilità di un migliore presidio delle condizioni di salute, anche attraverso specifiche convenzioni con centri medici in loco.

Abbiamo ritenuto che il pervicace rifiuto di “mettere a verbale” null’altro che gli obblighi di legge, dovesse essere sottolineato da una presa di distanza forte. Per rispetto nei confronti dei colleghi che vivono situazioni di disagio non comprensibili forse da chi non vive nella città.
Per tale motivo, il SIBC, insieme agli alleati di Falbi e Uilca, ha rifiutato di firmare gli accordi proposti.

Non intendiamo polemizzare sull’argomento con altre sigle che hanno compiuto altre scelte. Ci chiediamo semplicemente in cosa sia consistito il ruolo sindacale, nel momento in cui ci si accontenta del fatto che (citiamo dal volantino Cida, Cgil, Cisl, Fabi, Dasbi) “l’Amministrazione ha dichiarato che effettuerà i controlli di competenza in materia di igiene e sicurezza sul lavoro”.

Pensavamo - e pensiamo - che il rispetto delle leggi sia un atto dovuto. Non smetteremo di credere che sia così, anche in nome del rispetto che dobbiamo a tutte le colleghe e ai colleghi de L’Aquila.

IMMOBILI BANCA/SIDIEF - Incontro del 12 dicembre


Nel corso dell’incontro con il tavolo unitario SIBC, UILCA e FALBI, la Delegazione aziendale ha confermato l’intendimento di conferire alla SIDIEF il patrimonio immobiliare della Banca d’Italia, posto a garanzia del trattamento di quiescenza del personale assunto prima del 28.04.1993, intendimento già espresso in sede di Commissione consultiva ex art. 3 del Regolamento del T.Q.P.; un patrimonio di circa 6.000 unità immobiliari, in larga parte ad uso residenziale.
A fronte del conseguente aumento di capitale della SIDIEF per un ammontare equivalente al valore di bilancio di tali immobili, il controvalore azionario confluirebbe nel bilancio della Banca d’Italia.
In concomitanza con l’operazione, SIDIEF trasferirebbe la propria sede sociale in Roma e accoglierebbe 10 colleghi distaccati dal Servizio GEI.
Sull’operazione in discorso, il SIBC, anche con gli alleati di Falbi e Uilca, ha sollevato diverse motivate perplessità sull’operazione, davanti alle quali il Funzionario Generale preposto, dott. Minichiello, ha fornito alcune utili precisazioni e assunto importanti impegni.

GARANZIA PREVIDENZIALE. Correggendo l’iniziale impostazione (“il trattamento previdenziale sarebbe quindi garantito dal valore azionario, di pari entità rispetto a quello degli immobili conferiti”) la Banca ha accolto l’obiezione del SIBC relativamente alla garanzia del trattamento previdenziale, che risiede nell'accordo negoziale traslato nel Regolamento T.Q. e quindi nell'intero patrimonio della Banca d’Italia, e non certo in una specifica posta di bilancio o in qualsivoglia “carta azionaria”.
MANUTENZIONE DEGLI STABILI. Numerosi colleghi che già oggi abitano in appartamenti gestiti da SIDIEF (segnatamente a Firenze, Milano e altri importanti centri) lamentano disagi e pessime condizioni manutentive, persino peggiori (se possibile) di quelle registrate per gli immobili gestiti direttamente su Roma.
A tale proposito, la Banca non ha saputo fornire altro che generiche garanzie su “più adeguate attività di manutenzione degli stabili”, che andrebbero sia a tutelare i colleghi che vi abitano, sia a evitare il deprezzamento del valore della partecipazione (totalitaria) della Banca in SIDIEF.
REGOLE DI ASSEGNAZIONE DEGLI IMMOBILI. La Banca ha garantito che le regole di assegnazione degli immobili non saranno modificate rispetto a quanto previsto dal Regolamento che recentemente è entrato in vigore, per perseguire (ancora parzialmente) una maggiore equità allocativa del patrimonio residenziale della Banca d’Italia. E’ stato peraltro precisato che gli appartamenti rimasti“inoptati” per due volte potrebbero essere liberamente ceduti in affitto a terzi.
CONDIZIONI LOCATIVE. Tutti i rapporti locativi e contrattuali  si trasferiranno in capo alla  SIDIEF che opererà secondo una precisa Convenzione con la Banca d'Italia, che ne è l'unica azionista. In particolare, su precisa sollecitazione, la Delegazione aziendale ha assicurato che non saranno variati nel tempo gli attuali criteri di fissazione dei canoni di locazione, che - come noto - dal 2005 sono legati a determinate fasce dei patti territoriali vigenti. Il testo della Convenzione tra Banca e SIDIEF sarà consegnato a tutte le Organizzazioni sindacali.
ALIENAZIONE DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE. E’ stata esclusa, con decisione, ogni ventilata ipotesi di “alienazione” di tutto o parte del patrimonio immobiliare.
PERSONALE DISTACCATO PRESSO SIDIEF. La Banca ha precisato che saranno distaccati presso la società 10 colleghi, facenti parte sia del ruolo tecnico che di quello amministrativo del Servizio GEI – Divisione gestione patrimoniale.
A garanzia dei colleghi interessati, è stato assicurato che “il distacco sarà disposto solo su base volontaria” e avrà una durata di sei mesi, eccezionalmente rinnovabile per ulteriori sei. A tali colleghi la Banca non intenderebbe riconoscere l'indennità Vermicino, a differenza di quanto previsto per situazioni analoghe. Davanti alle obiezioni sul punto, la Banca si è riservata un ulteriore approfondimento della questione.


mercoledì 12 dicembre 2012

ORGANICI E PROMOZIONI 2013 - Incontro del 12 dicembre



Nell’incontro del 12 dicembre con il tavolo unitario costituito da SIBC, UILCA e FALBI, la Delegazione aziendale ha fornito la prevista informativa sugli organici confermando con le parole l’atteggiamento di chiusura al confronto già esplicitato con i numeri forniti nei giorni precedenti.
Numeri che parlano di una Banca priva di capacità di ascolto, priva di volontà di comunicare con il personale e i suoi rappresentanti, priva di una visione del futuro e particolarmente dannosa per migliaia di colleghe e colleghi, in particolare per le generazioni che hanno ancora decenni di lavoro davanti.

A questo atteggiamento il SIBC intende contrapporre, in modo costruttivo ma assai fermo, una diversa visione della Banca, del rapporto di lavoro e del futuro di ognuno.

Il SIBC è un sindacato aperto al dialogo e al confronto costruttivo.  
Ma certamente, non permetteremo mai che vengano messi in discussione il diritto al giusto riconoscimento per il lavoro svolto e il diritto di avere certezzesul proprio futuro lavorativo. 

I NUMERI CONTRO IL FUTURO 
Le cifre degli avanzamenti programmati dimostrano un fatto molto semplice: la Banca ha “programmato” di non ridurre in alcun modo la discriminazione all’interno del personale.
Il SIBC ritiene che questo atteggiamento molto grave e particolarmente demotivante rispetto al lavoro di ognuno. Un fenomeno che sta crescendo in modo esponenziale negli ultimi anni. Un fenomeno da combattere e non da alimentare. Un fenomeno davanti al quale non si può e non si deve voltare la testa dall’altra parte. 

Per questo, abbiamo provato a far comprendere alla Delegazione aziendale che “non esistono gradi-scienziati e non esistono gradi-capre in Banca d’Italia”.

L’assunzione di personale particolarmente qualificato anche ai livelli più bassi della carriera operativa dovrebbe dissuadere l’Amministrazione dall’offendere la professionalità dei colleghi (tanto del ruolo unificato quanto del ruolo tecnico!), con l’1,7% dei posti per il passaggio da Assistente a Coadiutore rispetto agli scrutinabili, o il 5% e il 7% dei posti per il passaggio a Condirettore e a Funzionario di 2°. 
Ben altro è il ruolo e il contributo che tutti i colleghi danno alla vita della Banca! 

Le tradizionali assunzioni di professionalità elevatissime a ogni livello dovrebbero indurre la Banca a prevedere avanzamenti più veloci verso posizioni funzionali adeguati ai tanti “saperi”. 
E invece, contro le sacrosante aspirazioni di tanti Vice Assistenti e Assistenti laureati entrati negli ultimi concorsi, la Banca ha deciso un’ulteriore infornata di 86 nuovi coadiutori da assumere dall’esterno(più altri 22 nel ruolo tecnico, più altri 33 già autorizzati ma non attuati in precedenti cicli di programmazione) a fronte di soli 32 avanzamenti riservati per il passaggio interno. 
Un agire che determinerà un blocco strutturale pesantissimo per le prospettive di avanzamento dei più giovani.

Ma ciò vale anche per colleghi meno giovani, e in gradi anche molto più elevati.
Incautamente, è la stessa Banca a confessarlo, affermando il conseguimento degli obiettivi istituzionali pur a fronte di significative carenze di organico.
E’ la pistola fumante di quanto il SIBC sostiene da tempo: molti colleghi svolgono mansioni superiori a quelle previste dal proprio grado di appartenenza.
Lì dove la Banca segnala la carenza su base nazionale di 52 Dirigenti, rivela che come minimo altrettanti Funzionari stanno svolgendo funzioni dirigenziali senza averne la qualifica né lo stipendio (eppure, se ne promuoverà appena la metà!). Lì dove sono segnalate carenze di ben 102 Coadiutori (compreso il ruolo tecnico) la Banca rivela che molti colleghi Assistenti stanno svolgendo mansioni di Coadiutore, senza averne il grado né lo stipendio (eppure, se ne promuoverà meno della metà!).

Occorre quindi uscire da gabbie discriminatorie, odiosamente contrastanti con la realtà dei fatti che chi lavora ben conosce. Per questi motivi, abbiamo doverosamente chiesto che le percentuali di avanzamento siano uniformi per tutti i gradi, rendendole omogenee a quella strutturalmente utilizzata per i Dirigenti (circa il 20%, per intenderci)

Ma la Banca che pensa di allettare i colleghi raccontando la favoletta di voler “velocizzare i percorsi di carriera” è la stessa Banca che rinchiude i colleghi nelle gabbie dei gradi di assunzione, da cui è sempre più arduo uscire, e con margini di crescita sempre più limitati.

Bisogna avere la forza di imporre una visione diversa, più coraggiosa e adeguata ai tempi. 

LA TRASPARENZA NON SI VENDE AL MERCATO                
A corredo di quanto già illustrato nei giorni scorsi, circa la “selettiva” mancanza di trasparenza dell’informativa fornita, abbiamo rilevato nel corso dell’incontro che: 
1 - la Banca rifiuta di rendere pubblica la pianta organica di ciascuna realtà (Servizi e Filiali), limitandosi a fornire dati aggregati per regioni, che impediscono analisi coerenti; 
2 - viene sottratta a ogni forma di controllo e valutazione da parte dei rappresentanti del personale una sola categoria: i Dirigenti, per i quali nulla è dato sapere circa gli avanzamenti programmati, né nel numero complessivo né nel dettaglio per grado (come invece viene certosinamente fatto per avanzamenti privi di contenuto funzionale).

Sul primo punto - particolarmente rilevante in quanto la carenza di organico viene sistematicamente opposta come verità di fede ai colleghi che osano fare domanda di aspettativa, o di trasferimento in disponibilità - la Banca ha cercato di rassicurare affermando di “non avere pregiudiziali ideologiche” sull’argomento, ma che una maggiore trasparenza costituirebbe “oggetto di scambio” rispetto a esigenze della Banca quali “una maggiore flessibilità mansionistica” (!!!!).
Una indecorosa posizione, degna di un suk arabo, che va respinta al mittente. 
La trasparenza è un obbligo morale e civile per un’Istituzione pubblica. Non è, e non sarà mai, una merce da scambiare con una riduzione dei diritti dei lavoratori. 

Tanto più in quanto - nell’impossibilità di un confronto su dati delle singole realtà - la Delegazione aziendale si lascia andare ad affermazioni “dal sen fuggite” riguardo “esuberi” delle Filiali, in particolare di quelle specializzate all’utenza, che la Banca vorrebbe progressivamente ridurre a vantaggio delle Filiali regionali.
Affermazioni tanto generiche quanto irrispettose della vita di tanti colleghi. A tali affermazioni occorre fornire risposte in termini di progettualità, che la Banca sembra avere smarrito da tempo.

Sul secondo punto, abbiamo ribadito quanto già detto in altre occasioni: è inimmaginabile che la Banca finga di trattare i numerosissimi gradi dei Dirigenti come fossero la stessa cosa, come se i Dirigenti potessero essere indifferentemente tutti Funzionari Generali o tutti Condirettori!
Esattamente il contrario di quanto avviene per i Funzionari, i Coadiutori, gli Assistenti, per il personale appartenente alla Carriera Se.Ge.Si e alla Carriera Operaia, che devono invece sottostare a una programmazione anticipata di molti mesi e a percentuali - sopra richiamate - particolarmente penalizzanti.

L’incontro si è concluso con l’annuncio da parte della incolpevole Delegazione aziendale che non ci saranno altri incontri negoziali prima della pausa natalizia. 
Un’ulteriore prova di fuga dalle responsabilità da parte del Vertice aziendale, a fronte - fra l’altro - di un rinnovo contrattuale completamente “saltato”, ormai in scadenza fra pochi giorni.

°°°
A conclusione di un simile incontro, il SIBC ribadisce la necessità assoluta di un cambiamento profondo, anche culturale, della Banca d’Italia. 
Un cambiamento che dimostri il coraggio di cambiare il proprio comportamento, il proprio rapporto con chi presta giornalmente la propria capacità lavorativa.
Un cambiamento che modifichi drasticamente l’approccio sin qui seguito riguardo molti temi sul tappeto. Un approccio che sta infallibilmente conducendo a un nulla di fatto, che danneggia innanzi tutto i colleghi e le forze rinnovatrici della Banca. 
Un cambiamento che affronti anche il tema della riforma delle carriere, non come se si parlasse del “Sacro Graal”, ma con proposte serie, moderne e in grado di rispondere alle esigenze dei colleghi, fornendo a ciascuno precise e sacrosante garanzie di sviluppo professionale ed economico. 
Caratteristiche delle quali la riforma sin qui fumosamente illustrata sembra pericolosamente (volutamente?) sprovvista. 

Da ultimo, esprimiamo un profondo disappunto per le frasi con le quali il Segretario Generale ha apostrofato il volantino dei nostri alleati di FALBI e UILCA diffuso nella giornata di ieri: termini non consoni al ruolo e al rispetto che ciascuno deve sempre mantenere per il lavoro degli altri.

martedì 11 dicembre 2012

Ticket mensa, scioperi mensa, chi paga?



Come noto, in occasione dello sciopero dei dipendenti Compass del 30 novembre u.s., il SIBC - insieme ad altre sigle sindacali - ha chiesto, sia nell’area romana che in diverse Filiali interessate, la distribuzione di un ticket restaurantai dipendenti, in considerazione dell’interruzione del servizio di mensa. 

Codesta Amministrazione, così come diverse Direzioni locali, ha rifiutato di accogliere tale richiesta, in forza di un supposto “orientamento consolidato”, qualora il mancato servizio non sia riconducibile alla Banca.

Il Sindacato Indipendente ritiene che questa motivazione contraddica lo spirito e il dettato della Circolare 52. 
A riprova di ciò, risulta inoltre alla scrivente Organizzazione che alcune “illuminate” Direzioni locali hanno viceversa distribuito i ticket restaurant nella medesima giornata del 30 novembre, per il medesimo disservizio conseguente al medesimo sciopero dei dipendenti.

Pertanto, alla luce della “pluralità di orientamenti” e soprattutto in considerazione del fatto che la Circolare 52 stabilisce che “il ticket-restaurant è un sistema di refezione utilizzato in via residuale in situazioni ove le strutture di mensa non siano utilizzabili” (Cap. 1, 2) e che “le Unità della Banca sono autonomamente facoltizzate a ricorrere a tale modalità di fruizione del servizio (ticket restaurant, ndr) in presenza di circostanze che rendano temporaneamente impossibile o non agevole la fruizione del servizio presso le strutture organizzate”  (Cap. 1, 3), il SIBC chiede la distribuzione di un ticket restaurant per tutti coloro che abbiano prestato servizio utile nella giornata del 30 novembre u.s.. 

Il SIBC chiede inoltre, in considerazione della sciagurata proroga di ben 12 mesi del contratto di appalto con la società Compass (proroga certamente "riconducibile alla Banca", ndr) che ogni altro prevedibile sciopero della specie sia immediatamente accompagnato dalla distribuzione di ticket restaurant alle lavoratrici e ai lavoratori della Banca. Un ticket che non provocherebbe alcun danno ai lavoratori della Compass, e anzi - impedendo un ingiusto vantaggio per la Banca d'Italia - garantirebbe un “maggiore impegno” nel controllo della corretta gestione dei rapporti fra la società appaltatrice e i suoi dipendenti.

Distinti saluti.

Roma, 12 dicembre 2012 
LA SEGRETERIA NAZIONALE

lunedì 10 dicembre 2012

Promozioni 2013. Visco punta sullo Zimbabwe?


L’Amministrazione ha appena comunicato il numero di promozioni previste per l’anno 2013, qui riportate in sintesi:

Sui dati forniti, sarà nostra cura fornire compiute valutazioni nei prossimi giorni.

Va però detto, senza finzioni, che questo minuetto di cifre e percentuali minimali di "futuri promossi" rappresenta nient’altro che un’offesa nei confronti di migliaia di colleghe e colleghi, appartenenti a gradi e carriere operative e direttiva, ma uniti da scelte palesemente discriminatorie, come di seguito accenniamo. 
Denunciamo quindi, una volta di più, la volontà del Vertice della Banca d’Italia di non riconoscere il grande ruolo svolto da colleghi di ogni grado per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali.

Per intanto, constatiamo che il “nuovo governatore” Visco, messo davanti alla prova del cambiamento e della trasparenza per quanto concerne l’incredibile riserbo sulle promozioni dei Dirigenti, ha deciso ancora una volta di porre il “segreto di Stato” sulle medesime, non indicandone né il numero né il dettaglio per grado, al pari di quanto invece viene sempre fatto per gradi di minore “rilevanza funzionale”, dalle promozioni dei Funzionari a quelle dei Se.Ge.Si..

Il recente rapporto di “Transparency International” (che oltre la corruzione misura anche la trasparenza amministrativa dei vari Paesi) pone l’Italia in una indecorosa 72° posizione, dietro al Rwanda e al Brunei. Dietro l’Italia, ci sono Paesi come lo Zimbabwe e il Tajikistan.
Riteniamo grave che un’Istituzione come la nostra, che alla bisogna richiama sempre la necessità di “dare l’esempio” al Paese su varie questioni, su una questione di tale rilevanza si dimostri a tal punto sorda e insensibile.

Il SIBC non lascerà cadere questo tema:
- perché la trasparenza costituisce un obbligo e non una facoltà da esercitare a proprio piacimento;
- perché chi crede nel cambiamento deve dimostrare IL CORAGGIO DI CAMBIARE;
- perché ogni collega HA IL DIRITTO DI SAPERE e di valutare se esistono o meno le “pari opportunità” di carriera fra gradi e generazioni, e trarne le conseguenze!

giovedì 6 dicembre 2012

Mense per Marziani



Il SIBC ha più volte denunciato l’insostenibile conduzione del servizio mensa da parte della società vincitrice l’appalto 2009.

Scrivemmo a ottobre 2010: “dal 2009 il SIBC denuncia lo scomposto tentativo della Banca di risparmiare sulla nostra pelle, anzi sui nostri stomaci: l’appalto appena assegnato era infatti basato solo “formalmente” su un complesso di fattori quali-quantitativi. L’unico fattore davvero rilevante per aggiudicarsi la gara era il risparmio per “mamma Banca”. Solo con un appalto siffatto fu possibile riesumare il peggiore gestore di mensa degli ultimi decenni: la Onama (ridenominata Compass), che ai suoi tempi era stata accompagnata alla porta d’uscita per una serie di disservizi di cui molti colleghi serbano imperitura memoria.

Naturalmente, la nostra Amministrazione ha fatto finta di nulla. Anzi, si è proprio girata dall’altra parte, consentendo che una società con un passato così “burrascoso” potesse gestire il contratto di appalto firmato in modo “disinvolto”, con una gestione del servizio sempre più scadente che solo in sporadici casi è stata contestata formalmente alla Compass.

In questi tre anni, a Roma e in diverse Filiali servite, sono state innumerevoli le segnalazioni di mancato rispetto del contratto, cibi scaduti, sostituzioni dei menu con pietanze scadenti, assenza completa di vivande, sparizione dei cibi a metà turno, segnalazioni di inquietante mancanza di igiene, e molti altri disservizi.

Chi paga per tutto ciò?
E chi ci ripaga per tutto ciò?
Nessuno, perché una cattiva alimentazione non è compensabile in alcun modo.
Nessuno, perché le strutture competenti appaiono sorde e cieche davanti al problema.

Esempio: durante uno specifico incontro sul tema mensa che ottenemmo nel giugno 2011, l’allora Funzionario Generale dell’Area, dottor Proia, si impegnò ad attivare le procedure per far sì che la nuova gara d’appalto venisse svolta nei tempi dovuti, evitando che il contratto in corso, in scadenza 18 mesi dopo (il prossimo 31 dicembre, ndr), dovesse essere prorogato.
Dopo di allora, il Funzionario Generale venne destinato ad altro incarico (risulterebbe essere addirittura il Segretario generale della Banca, ndr), mentre la Capo Servizio di Acquisti -che non è cambiata- non ha purtroppo dimostrato altrettanta sensibilità nel rispetto di promesse e scadenze.

Cosicché c’è voluto un anno (un anno!!) solo per bandire una gara d’appalto per il nuovo servizio mensa, e - grazie alle nostre istanze - su basi apparentemente più equilibrate rispetto al “minor costo per la Banca”.
Abbiamo dovuto aspettare settembre 2012 per l’apertura fatidica delle buste.
Dopo di allora, il nulla.

Il Servizio Acquisti fornisce ai colleghi meno informazioni delle sonde su Marte.
Nonostante i ripetuti richiami alla trasparenza, e nonostante le sollecitazioni inviate dal SIBC (l’ultima, lo scorso 9 novembre).
Nonostante la palese contraddizione fra i rilievi fatti dal Servizio e da alcune Commissioni mensa (purtroppo solo alcune) che hanno lavorato nell’interesse dei colleghi.
Nonostante la società sopperisca agli scioperi sacrosanti dei lavoratori Compass con panini preconfezionati “non conformi al capitolato” e scadenti il giorno successivo (come rilevato dalla Commissione mensa del C.D.M.).
Nonostante siamo ormai al paradosso nelle sostituzioni dei menu previsti dal capitolato; solo un esempio, che non risulta rilevato dalla mensa di Palazzo Koch: in 10 giorni dello scorso mese di ottobre, sono stati cambiate oltre 40 pietanze rispetto a quanto pattuito.
E la Banca che fa? Proroga? Bene, bravi, bis!?!

Il SIBC ritiene sia ora di finirla con questa pantomima.
Abbiamo il DIRITTO DI SAPERE cosa sta avvenendo.
Abbiamo il DIRITTO DI SAPERE se ci sarà la proroga e per quanto tempo.
In caso affermativo, abbiamo il DIRITTO DI SAPERE per quale motivo 18 mesi di tempo non sono stati sufficienti ad assegnare un nuovo appalto mensa.
Abbiamo DIRITTO AL RISPETTO per la salute di ognuno.
Ricordiamocelo tutti: chiedere rispetto per i propri diritti non è MAI chiedere troppo.