L’Amministrazione ha appena comunicato il numero di promozioni previste per l’anno 2013, qui riportate in sintesi:
Sui dati forniti, sarà nostra cura fornire compiute valutazioni nei prossimi giorni.
Va però detto, senza finzioni, che questo minuetto di cifre e percentuali minimali di "futuri promossi" rappresenta nient’altro che un’offesa nei confronti di migliaia di colleghe e colleghi, appartenenti a gradi e carriere operative e direttiva, ma uniti da scelte palesemente discriminatorie, come di seguito accenniamo.
Va però detto, senza finzioni, che questo minuetto di cifre e percentuali minimali di "futuri promossi" rappresenta nient’altro che un’offesa nei confronti di migliaia di colleghe e colleghi, appartenenti a gradi e carriere operative e direttiva, ma uniti da scelte palesemente discriminatorie, come di seguito accenniamo.
Denunciamo quindi, una volta di più, la volontà del Vertice della Banca d’Italia di non riconoscere il grande ruolo svolto da colleghi di ogni grado per il raggiungimento degli obiettivi istituzionali.
Per intanto, constatiamo che il “nuovo governatore” Visco, messo davanti alla prova del cambiamento e della trasparenza per quanto concerne l’incredibile riserbo sulle promozioni dei Dirigenti, ha deciso ancora una volta di porre il “segreto di Stato” sulle medesime, non indicandone né il numero né il dettaglio per grado, al pari di quanto invece viene sempre fatto per gradi di minore “rilevanza funzionale”, dalle promozioni dei Funzionari a quelle dei Se.Ge.Si..
Il recente rapporto di “Transparency International” (che oltre la corruzione misura anche la trasparenza amministrativa dei vari Paesi) pone l’Italia in una indecorosa 72° posizione, dietro al Rwanda e al Brunei. Dietro l’Italia, ci sono Paesi come lo Zimbabwe e il Tajikistan.
Riteniamo grave che un’Istituzione come la nostra, che alla bisogna richiama sempre la necessità di “dare l’esempio” al Paese su varie questioni, su una questione di tale rilevanza si dimostri a tal punto sorda e insensibile.
Il SIBC non lascerà cadere questo tema:
- perché la trasparenza costituisce un obbligo e non una facoltà da esercitare a proprio piacimento;
- perché chi crede nel cambiamento deve dimostrare IL CORAGGIO DI CAMBIARE;
- perché ogni collega HA IL DIRITTO DI SAPERE e di valutare se esistono o meno le “pari opportunità” di carriera fra gradi e generazioni, e trarne le conseguenze!
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