Nell’incontro del 12 dicembre con il tavolo unitario costituito da SIBC, UILCA e FALBI, la Delegazione aziendale ha fornito la prevista informativa sugli organici confermando con le parole l’atteggiamento di chiusura al confronto già esplicitato con i numeri forniti nei giorni precedenti.
Numeri che parlano di una Banca priva di capacità di ascolto, priva di volontà di comunicare con il personale e i suoi rappresentanti, priva di una visione del futuro e particolarmente dannosa per migliaia di colleghe e colleghi, in particolare per le generazioni che hanno ancora decenni di lavoro davanti.
Numeri che parlano di una Banca priva di capacità di ascolto, priva di volontà di comunicare con il personale e i suoi rappresentanti, priva di una visione del futuro e particolarmente dannosa per migliaia di colleghe e colleghi, in particolare per le generazioni che hanno ancora decenni di lavoro davanti.
A questo atteggiamento il SIBC intende contrapporre, in modo costruttivo ma assai fermo, una diversa visione della Banca, del rapporto di lavoro e del futuro di ognuno.
Il SIBC è un sindacato aperto al dialogo e al confronto costruttivo.
Ma certamente, non permetteremo mai che vengano messi in discussione il diritto al giusto riconoscimento per il lavoro svolto e il diritto di avere certezzesul proprio futuro lavorativo.
I NUMERI CONTRO IL FUTURO
Le cifre degli avanzamenti programmati dimostrano un fatto molto semplice: la Banca ha “programmato” di non ridurre in alcun modo la discriminazione all’interno del personale.
Il SIBC ritiene che questo atteggiamento molto grave e particolarmente demotivante rispetto al lavoro di ognuno. Un fenomeno che sta crescendo in modo esponenziale negli ultimi anni. Un fenomeno da combattere e non da alimentare. Un fenomeno davanti al quale non si può e non si deve voltare la testa dall’altra parte.
Per questo, abbiamo provato a far comprendere alla Delegazione aziendale che “non esistono gradi-scienziati e non esistono gradi-capre in Banca d’Italia”.
L’assunzione di personale particolarmente qualificato anche ai livelli più bassi della carriera operativa dovrebbe dissuadere l’Amministrazione dall’offendere la professionalità dei colleghi (tanto del ruolo unificato quanto del ruolo tecnico!), con l’1,7% dei posti per il passaggio da Assistente a Coadiutore rispetto agli scrutinabili, o il 5% e il 7% dei posti per il passaggio a Condirettore e a Funzionario di 2°.
Ben altro è il ruolo e il contributo che tutti i colleghi danno alla vita della Banca!
Le tradizionali assunzioni di professionalità elevatissime a ogni livello dovrebbero indurre la Banca a prevedere avanzamenti più veloci verso posizioni funzionali adeguati ai tanti “saperi”.
E invece, contro le sacrosante aspirazioni di tanti Vice Assistenti e Assistenti laureati entrati negli ultimi concorsi, la Banca ha deciso un’ulteriore infornata di 86 nuovi coadiutori da assumere dall’esterno(più altri 22 nel ruolo tecnico, più altri 33 già autorizzati ma non attuati in precedenti cicli di programmazione) a fronte di soli 32 avanzamenti riservati per il passaggio interno.
Un agire che determinerà un blocco strutturale pesantissimo per le prospettive di avanzamento dei più giovani.
Ma ciò vale anche per colleghi meno giovani, e in gradi anche molto più elevati.
Incautamente, è la stessa Banca a confessarlo, affermando il conseguimento degli obiettivi istituzionali pur a fronte di significative carenze di organico.
E’ la pistola fumante di quanto il SIBC sostiene da tempo: molti colleghi svolgono mansioni superiori a quelle previste dal proprio grado di appartenenza.
Lì dove la Banca segnala la carenza su base nazionale di 52 Dirigenti, rivela che come minimo altrettanti Funzionari stanno svolgendo funzioni dirigenziali senza averne la qualifica né lo stipendio (eppure, se ne promuoverà appena la metà!). Lì dove sono segnalate carenze di ben 102 Coadiutori (compreso il ruolo tecnico) la Banca rivela che molti colleghi Assistenti stanno svolgendo mansioni di Coadiutore, senza averne il grado né lo stipendio (eppure, se ne promuoverà meno della metà!).
Lì dove la Banca segnala la carenza su base nazionale di 52 Dirigenti, rivela che come minimo altrettanti Funzionari stanno svolgendo funzioni dirigenziali senza averne la qualifica né lo stipendio (eppure, se ne promuoverà appena la metà!). Lì dove sono segnalate carenze di ben 102 Coadiutori (compreso il ruolo tecnico) la Banca rivela che molti colleghi Assistenti stanno svolgendo mansioni di Coadiutore, senza averne il grado né lo stipendio (eppure, se ne promuoverà meno della metà!).
Occorre quindi uscire da gabbie discriminatorie, odiosamente contrastanti con la realtà dei fatti che chi lavora ben conosce. Per questi motivi, abbiamo doverosamente chiesto che le percentuali di avanzamento siano uniformi per tutti i gradi, rendendole omogenee a quella strutturalmente utilizzata per i Dirigenti (circa il 20%, per intenderci).
Ma la Banca che pensa di allettare i colleghi raccontando la favoletta di voler “velocizzare i percorsi di carriera” è la stessa Banca che rinchiude i colleghi nelle gabbie dei gradi di assunzione, da cui è sempre più arduo uscire, e con margini di crescita sempre più limitati.
Bisogna avere la forza di imporre una visione diversa, più coraggiosa e adeguata ai tempi.
LA TRASPARENZA NON SI VENDE AL MERCATO
A corredo di quanto già illustrato nei giorni scorsi, circa la “selettiva” mancanza di trasparenza dell’informativa fornita, abbiamo rilevato nel corso dell’incontro che:
1 - la Banca rifiuta di rendere pubblica la pianta organica di ciascuna realtà (Servizi e Filiali), limitandosi a fornire dati aggregati per regioni, che impediscono analisi coerenti;
2 - viene sottratta a ogni forma di controllo e valutazione da parte dei rappresentanti del personale una sola categoria: i Dirigenti, per i quali nulla è dato sapere circa gli avanzamenti programmati, né nel numero complessivo né nel dettaglio per grado (come invece viene certosinamente fatto per avanzamenti privi di contenuto funzionale).
LA TRASPARENZA NON SI VENDE AL MERCATO
A corredo di quanto già illustrato nei giorni scorsi, circa la “selettiva” mancanza di trasparenza dell’informativa fornita, abbiamo rilevato nel corso dell’incontro che:
1 - la Banca rifiuta di rendere pubblica la pianta organica di ciascuna realtà (Servizi e Filiali), limitandosi a fornire dati aggregati per regioni, che impediscono analisi coerenti;
2 - viene sottratta a ogni forma di controllo e valutazione da parte dei rappresentanti del personale una sola categoria: i Dirigenti, per i quali nulla è dato sapere circa gli avanzamenti programmati, né nel numero complessivo né nel dettaglio per grado (come invece viene certosinamente fatto per avanzamenti privi di contenuto funzionale).
Sul primo punto - particolarmente rilevante in quanto la carenza di organico viene sistematicamente opposta come verità di fede ai colleghi che osano fare domanda di aspettativa, o di trasferimento in disponibilità - la Banca ha cercato di rassicurare affermando di “non avere pregiudiziali ideologiche” sull’argomento, ma che una maggiore trasparenza costituirebbe “oggetto di scambio” rispetto a esigenze della Banca quali “una maggiore flessibilità mansionistica” (!!!!).
Una indecorosa posizione, degna di un suk arabo, che va respinta al mittente.
La trasparenza è un obbligo morale e civile per un’Istituzione pubblica. Non è, e non sarà mai, una merce da scambiare con una riduzione dei diritti dei lavoratori.
Tanto più in quanto - nell’impossibilità di un confronto su dati delle singole realtà - la Delegazione aziendale si lascia andare ad affermazioni “dal sen fuggite” riguardo “esuberi” delle Filiali, in particolare di quelle specializzate all’utenza, che la Banca vorrebbe progressivamente ridurre a vantaggio delle Filiali regionali.
Affermazioni tanto generiche quanto irrispettose della vita di tanti colleghi. A tali affermazioni occorre fornire risposte in termini di progettualità, che la Banca sembra avere smarrito da tempo.
Sul secondo punto, abbiamo ribadito quanto già detto in altre occasioni: è inimmaginabile che la Banca finga di trattare i numerosissimi gradi dei Dirigenti come fossero la stessa cosa, come se i Dirigenti potessero essere indifferentemente tutti Funzionari Generali o tutti Condirettori!
Esattamente il contrario di quanto avviene per i Funzionari, i Coadiutori, gli Assistenti, per il personale appartenente alla Carriera Se.Ge.Si e alla Carriera Operaia, che devono invece sottostare a una programmazione anticipata di molti mesi e a percentuali - sopra richiamate - particolarmente penalizzanti.
L’incontro si è concluso con l’annuncio da parte della incolpevole Delegazione aziendale che non ci saranno altri incontri negoziali prima della pausa natalizia.
Un’ulteriore prova di fuga dalle responsabilità da parte del Vertice aziendale, a fronte - fra l’altro - di un rinnovo contrattuale completamente “saltato”, ormai in scadenza fra pochi giorni.
°°°
A conclusione di un simile incontro, il SIBC ribadisce la necessità assoluta di un cambiamento profondo, anche culturale, della Banca d’Italia.
Un cambiamento che dimostri il coraggio di cambiare il proprio comportamento, il proprio rapporto con chi presta giornalmente la propria capacità lavorativa.
Un cambiamento che modifichi drasticamente l’approccio sin qui seguito riguardo molti temi sul tappeto. Un approccio che sta infallibilmente conducendo a un nulla di fatto, che danneggia innanzi tutto i colleghi e le forze rinnovatrici della Banca.
Un cambiamento che affronti anche il tema della riforma delle carriere, non come se si parlasse del “Sacro Graal”, ma con proposte serie, moderne e in grado di rispondere alle esigenze dei colleghi, fornendo a ciascuno precise e sacrosante garanzie di sviluppo professionale ed economico.
Caratteristiche delle quali la riforma sin qui fumosamente illustrata sembra pericolosamente (volutamente?) sprovvista.
Da ultimo, esprimiamo un profondo disappunto per le frasi con le quali il Segretario Generale ha apostrofato il volantino dei nostri alleati di FALBI e UILCA diffuso nella giornata di ieri: termini non consoni al ruolo e al rispetto che ciascuno deve sempre mantenere per il lavoro degli altri.
Un cambiamento che dimostri il coraggio di cambiare il proprio comportamento, il proprio rapporto con chi presta giornalmente la propria capacità lavorativa.
Un cambiamento che modifichi drasticamente l’approccio sin qui seguito riguardo molti temi sul tappeto. Un approccio che sta infallibilmente conducendo a un nulla di fatto, che danneggia innanzi tutto i colleghi e le forze rinnovatrici della Banca.
Un cambiamento che affronti anche il tema della riforma delle carriere, non come se si parlasse del “Sacro Graal”, ma con proposte serie, moderne e in grado di rispondere alle esigenze dei colleghi, fornendo a ciascuno precise e sacrosante garanzie di sviluppo professionale ed economico.
Caratteristiche delle quali la riforma sin qui fumosamente illustrata sembra pericolosamente (volutamente?) sprovvista.
Da ultimo, esprimiamo un profondo disappunto per le frasi con le quali il Segretario Generale ha apostrofato il volantino dei nostri alleati di FALBI e UILCA diffuso nella giornata di ieri: termini non consoni al ruolo e al rispetto che ciascuno deve sempre mantenere per il lavoro degli altri.
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